South Park contro tutti

Posted on 23 aprile 2010 di

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GRAZIE A G.S. PER LA SEGNALAZIONE: L’EPISODIO 201 DI SOUTH PARK è DISPONIBILE A QUESTO INDIRIZZO.

Gente, non so se la notizia ha raggiunto l’Italia, ma mercoledì sera South Park ha fatto il botto. Brevemente, la storia: settimana scorsa, per il 200esimo episodio della serie, gli autori di South Park se ne sono usciti con una puntata esilarante e (come caratteristico del loro stile) altamente dissacrante. Giusto per darvi un’idea: tra le altre cose, la puntata mostrava Gesù Cristo che si masturbava guardando dei siti porno online e Budda che si faceva di coca. Ma oltre che un cartone molto divertente, South Park negli ultimi anni è diventato un vero e proprio commentatore sociale, uscendosene sempre con commenti (seppure satirici) che andavano diretti al cuore delle maggiori problematiche sociali del momento. E infatti, anche questa volta non hanno risparmiato niente e nessuno. Facendo notare le difficoltà dei media americani nel parlare di Islam, South Park ha tra le altre cose trattato del profeta musulmano, Maometto. Nella puntata di settimana scorsa, Maometto veniva nascosto dietro un ridicolizzante costume da orsacchiotto. Già questo aveva fatto arrabbiare parecchia gente, incluso un gruppo di islamisti radicali basati a New York, i quali avevano “avvisato” i creatori di South Park che la loro incolumità sarebbe stata minacciata se avessero continuato sulla stessa linea.

Come se nulla fosse, i creatori di South Park hanno continuato, da veri amanti della libertà quali sono, sulla stessa fottuta linea. Hanno disegnato un episodio in cui si parlava di resistenza all’intimidazione e alla paura, in cui si toccavano problematiche serie. A metterci lo zampino tuttavia è stata Comedy Central, che ha de facto censurato l’episodio con una quantità disumana di “bip” e scene tagliate. Sia l’episodio che la reazione di Comedy Central hanno generato una marea di critiche.

Personalmente, la cosa che mi fa incazzare più di tutte è che io ieri sera ero a giocare a basket con degli amici, e avevo in mente di guardarmi la puntata oggi, giovedì, dato che di solito le nuove puntate di South Park le mettono tutte sul loro sito il giorno dopo che vengono lanciate. Ebbene, oggi, andando sul sito di South Park, mi son ritrovato il seguente messaggio:

Dovete sapere che i nuovi episodi di South Park sono una parte molto importante della mia routine settimanale; spero che vi commuoviate nel conoscere quali atrocità tutta questa censura mi ha fatto subire. In realtà, un mio amico mi ha giusto detto che ha trovato l’episodio online su un sito “non-troppo-legale”, ma insomma son le 2:00 di notte e devo ancora finire un articolo per il blog, se mi metto anche a guardare l’episodio bandito di South Park va a finire che faccio le 5 di mattina.

COMUNQUE, il sito di CNN ha un ottimo articolo che riassume le principali posizioni sulla vicenda. Per amore della sintesi potremmo dire che le posizioni sulla vicenda sono due: quelli che dicono che la libertà di espressione è più importante della sicurezza e della stabilità, e quelli che dicono che in fondo a pensarci bene non ne vale la pena di togliersi la soddisfazione di far vedere Maometto nel proprio cartone se si sa che questo causerà ingenti violenze e moti popolari (come quelli successivi alle famose vignette danesi). Personalmente mi schiero dalla parte della libertà di stampa, per motivi che trascendono lo scopo di questo articolo e che se volete possiamo discutere nei commenti.

Invece, volevo far notare un particolare paragrafo dal già citato articolo di CNN. Un agnostico di famiglia musulmana, il blogger Bilal el-Houri, ha fatto notare che “I media si prendono gioco di Gesù, del Papa, dei politici e di tante altre cose, ma i cattolici non vanno a bruciare gomme davanti  agli uffici di Comedy Central”. Il signor el-Houri, per il resto dell’articolo, si dimostra una persona di notevole ragionevolezza, e questo commento in particolare è inteso a suggerire ai musulmani di non dare all’episodio più importanza di quella che merita. Tuttavia, esprime un’importante punto di vista, comune a molti fra gli americani più ignoranti – ma non solo. Ovvero, esprime l’idea che tutta questa tensione non sia colpa di un pugno di gruppi estremisti, ma della stessa natura dell’Islam, visto come una religione violenta e incompatibile con le fondamentali libertà democratiche.

Due cose trovo particolarmente interessante. La prima, che quest’ultima concezione, che una religione sia incompatibile con la democrazia, era abbondantemente pensata dei cattolici fino a meno di un secolo fa negli Stati Uniti. Il ragionamento era chiaro, e suona quasi ragionevole: come può una persona che, per la propria religione, deve obbedienza assoluta al Papa – che è il capo di stato di un paese estero – votare e decidere le sorti del paese negli interessi del paese stesso, e non del paese estero? Questo tipo di ragionamento ha portato a feroci violenze e veri e propri pogrom nei confronti degli innumerevoli immigrati cattolici (irlandesi e italiani, per la maggior parte) negli USA – ma ciò va oltre lo scopo del mio argomento. Piuttosto, non è forse questo un ragionamento valido? Non è forse vero che il protestantesimo è l’unica religione veramente compatibile con un sistema repubblicano e democratico? OVVIAMENTE NO. Ci hanno messo parecchio, ma anche gli Stati Uniti alla fine hanno addirittura avuto un presidente cattolico. La presidenza di Kennedy non è sicuramente stata impeccabile, ma senz’altro tra i suoi maggiori difetti non ha avuto quello di favorire il Vaticano più degli Stati Uniti.

La seconda cosa che trovo interessante ha sempre a che vedere con un parallelo tra islam e cattolicesimo: seppure è vero che, confrontati con massicce dosi di satira, i cattolici non si mettono a far la rivoluzione, bisogna riconoscere che proprio tollerante il cattolicesimo non è. Basti pensare a paesi profondamente cattolici come l’Irlanda, l’Italia o la Polonia – quanto sono tolleranti i cattolici quando si arriva al nocciolo della questione? Non sono forse i cattolici italiani che spingono le scuole statali a tenere il crocefisso in classe? Non sono forse i cattolici irlandesi a impedire la legalizzazione dell’aborto? Non sono forse i cattolici polacchi che si sono radicati nella politica del paese subito dopo il collasso del comunismo? E ancora, non è forse il Papa che si è dimostrato così intollerante da condannare innocui romanzi come “Il Codice Da Vinci” e “Harry Potter”? Il mio punto è: se i cattolici fossero una minoranza religiosa più sfigata, se vivessero in una zona del mondo più sottosviluppata e si vedessero invasi dalla maggiore potenza mondiale – non avrebbero esattamente la stessa reazione? Voglio dire, se te la prendi per un libercolo come Harry Potter, figuriamoci per la satira contro l’infallibile erede di San Pietro!

Quello che vorrei far notare è che questo tipo di intolleranza è vero di qualsiasi religione – o almeno di quelle a me conosciute. La costruzione e l’affermazione della tolleranza al posto di queste idiotiche rappresaglie non è proprietà della religione, ma piuttosto della ragione e della costruzione di uno stato laico, religiosamente neutro e liberal-democratico. Gli educati e i benestanti, si sa bene, sono per natura più tolleranti degli ignoranti e i disperati. Qual’è allora la morale che dobbiamo cavare da questo episodio? Farsi intimorire e tacere quando confrontati con una violenta intolleranza non è certamente la strada che ci ha portato all’odierna civiltà occidentale – alla democrazia, all’illuminismo, all’uso della ragione per amministrare la società. Lo stesso vale per il medio-oriente: continuare ad auto-censurarsi non fa che posticipare il problema – la libertà d’espressione è l’unica autentica soluzione. Ebbene, libertà d’espressione per South Park!

Il Brutto

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